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Il gap generazionale è una realtà con la quale ciclicamente veniamo chiamati a confrontarci, ma dal dopoguerra a oggi, la frazione di tempo che divide due generazioni si è ristretta al punto tale da non essere più individuata solo fra genitori e figli ma addirittura fra fratelli, distanti fra loro un lustro o poco più. Non si vuole certo iniziare una disquisizione sul tema Tempi Moderni ma è certo che la globalizzazione con la sua messe di tecnologie che evolvono a velocità frenetica, ci ruba la memoria. Acquisiscono così valore doppio i ricordi dell'autore, che non hanno il sapore solamente agrodolce di una giovinezza ormai trascorsa, ma testimoniano modalità quotidiane di lavoro, svago, sport, distanze e mezzi di trasporto che non possono essere definiti solamente superati, quanto addirittura persi nel labirinto di un costume e di uno spessore di vita di cui i nostri nipoti non hanno la benché minima conoscenza. Ne sia riprova la villeggiatura a Cervia, emozionante avventura per il nostro autore, a fronte del malumore che serpeggia in tutti noi per l'impossibilità di salire sul primo volo diretto alle Canarie per l'apericena di compleanno del collega conosciuto in remote working.